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Al timone del Costa International il pluri promosso mister Sciarrone: "Affascinato dal gruppo, saremo una mina vagante"

16 Settembre 2021
di vicedirettore

Volendo fare una battuta si potrebbe dire che da allenatore ha avuto più promozioni lui che i vari Mancini, Mourinho, Spalletti ed Allegri tutti assieme.

Di salti di categoria infatti, nella sua lunghissima carriera da tecnico nei dilettanti, ne ha ottenuti ben sette. Maurizio Sciarrone, classe ‘57, è uno degli allenatori più esperti del panorama cittadine cambiando parecchie panchine: Primorje, Muggesana, San Giovanni, Primorec, Domio, Villesse, Costalunga e Opicina. Ed è proprio da quest’ultima società carsica che proviene l’attuale mister del Costa International, il primo della storia della società visto la recentissima fondazione: “Dopo quattro anni di Opicina - racconta Sciarone - ci siamo separati. In questa nuova avventura mi ha seguito il mio vice, Max Bagattin, persona che stimo molto e con cui vado decisamente d’accordo. Per me questa è una sfida, una scommessa, un volermi mettere alla prova e la multietnicità del gruppo non mi spaventa. Il futuro del calcio va in direzione dell’Africa, lì si trovano giocatori bravi tecnicamente e forti fisicamente. Per renderli completi c’è dunque da lavorare ancora sulla mentalità e sulla tattica. Dopo i primi allenamenti devo dire che mi sono divertito e ho capito che devo forse adattarmi più io a loro che viceversa”.

Ma questi giocatori del Costa International da dove vengono e cosa fanno nella vita? “Oltre a due italiani - risponde Sciarrone - gli altri arrivano da Liberia, Gambia, Costa D’Avorio, Senegal, Marocco, Kosovo, Iraq e Afghanistan. Sono studenti, alcuni lavoratori, altri fanno entrambe le cose, qualcun altro è invece in attesa di occupazione. C’è ad esempio un barista laureato in Marocco che sta per ottenere una laurea anche qui da noi, c’è un insegnante al Cepu e poi un idraulico”.

Ma con la lingua come se la cavano? “Qui c’è molta varietà. Non tutti parlano bene l’italiano, qualcuno mastica ottimamente invece il triestino, altri sono spigliati in inglese e altri ancora in francese. C’è uno che poi si lascia andare a qualche parolaccia in napoletano”.

Ma qual è il livello tecnico della squadra? “Abbiamo alcuni elementi davvero interessanti, certi hanno giocato in Eccellenza in giro per l’Italia mentre uno ha militato nella serie C finlandese. Credo comunque che saremo una mina vagante capace di ottenere ottimi risultati ma forse anche di incappare in qualche prestazione balorda. In qualche allenamento erano presenti anche 28 giocatori, servirà quindi una scrematura. Ad ogni modo lavorare con questo gruppo mi affascina, a me solitamente quando si parla di progetti fa un po’ ridere, questa volta invece credo che il nostra possa esserlo davvero. Potremmo avere dei problemi di logistica e di organizzazione perché la maggior parte dei nostri sono appiedati”.

Sparita la Terza categoria, cosa si aspetta il tecnico da questo torneo? “Temo che sarà un campionato bruttino con le migliori squadre che si staccheranno dalle altre e diverse che faranno fatica ma che ovviamente non rischieranno nulla visto che più sotto non si andrà. Nel passato era più difficile vincere i campionati, ora ci sono sempre più ripescaggi e promozioni a tavolino e questo a me non piace per niente”. Un modo insomma per dire che le sue sette promozioni valgono davvero tanto.