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bruno gasperutti

Triestina-Arzignano 4-1, Gasperutti: "Unione ottima squadra e in crescita"

In sede di presentazione di questa partita con il sempre ostico Arzignano, pensavo ad una gara sul metro di quella giocata contro la Pro Sesto: Triestina all’offensiva contro una squadra accorta ben chiusa, ma sempre pronta ad offendere nelle ripartenze. Guardando i numeri che dopo 14 giornate dovrebbero rispecchiare il genere di squadra che vai ad affrontare, si poteva notare che i berici segnavano pochetto, ma avevano una delle difese più munite del girone; quindi il problema più importante era quello di sbloccare la gara, poi tutto sarebbe stato più facile.

Ma il calcio è pur sempre un gioco e a volte diventa veramente imprevedibile, rovesciando pronostici e previsioni, per questo motivo è sempre così affascinante e fa palpitare il cuore delle masse. Così anche stavolta pronti via e … 2- 0 per l’Unione sui primi due affondi della giornata, dapprima la sentenza Lescano, poi una bellissima azione in verticale conclusa magnificamente da Vallocchia, tutto fin troppo semplice.

Pratica chiusa? Io ne ero quasi convinto e avevo già cominciato a pesare il calendario con le previsioni di massima per i prossimi incontri degli alabardati, ma anche dei nostri diretti rivali.

Invece la partita subito sbloccata ha avuto uno svolgimento del tutto imprevedibile, almeno ai miei occhi.

La Triestina ha cominciato a giochicchiare con apparente sufficienza, mentre l’Arzignano reagiva con impegno ma anche facendo vedere un gioco per niente disprezzabile, fatto con un buon palleggio a centrocampo, precisi anticipi e una predominanza sulle seconde palle che soprattutto sul limitare della nostra area di rigore, creava qualche imbarazzo alla difesa. I due attaccanti dal buon fisico, non saranno dei grandi realizzatori, ma erano molto bravi nel gioco di sponda e nonostante l’attenta guardia dei nostri centrali, creavano confusione davanti a Matosevic e diversi tiri erano rimpallati all’ultimo momento.

Poi la solita disattenzione sulla fascia sinistra per un affondo di Lakti che arriva in corsa palla al piede da metàcampo, giungendo al tiro in diagonale; è bravo Matosevic a respingere, ma il pallone s’innalza in verticale e al limite dell’area piccola i due “punteros” veneti fanno barriera impedendo l’intervento dei difensori e Grandolfo in rovesciata segna nella porta vuota. Siamo solo al 23’ ma ora la partita assume tutt’altra fisionomia con gli ospiti (?) ringalluzziti e Triestina che una volta allentata la concentrazione non riesce più a ritrovare il filo del gioco.

La Triestina ha sempre degli sprazzi di superiorità nei quali rifulgono le qualità superiori dei suoi interpreti, ma il gioco ora lo fa l’Arzignano che come tante altre del girone, sembra proprio una buona squadra.

Il riposo è corroborante e la ripresa vede una squadra più attenta, anche se a centrocampo gli alabardati sembrano soffrire l’aggressività veneta, Correia sempre bello ed elegante è troppo lezioso e perde un paio di palloni che lasciano varchi importanti, Celeghin e Vallocchia si battono e anche El Azrak cerca di pulire qualche pallone per le punte, ma complessivamente la partita ora sembra bloccata senza occasioni da rete.

Buon per noi che non sentiamo il bisogno di accenderla, poi ecco i cambi e la panchina sontuosa di questa squadra a fare la differenza. Rientra l’ottimo D’Urso sempre preciso e un Adorante che gli ultimi gol realizzati hanno reso più consapevole e incisivo, che si mette subito in evidenza con una bella azione che porta Lescano a cogliere una clamorosa traversa a porta vuota. Il magnifico gol di Vallocchia chiude l’incontro e D’Urso lo suggella mettendo anche il suo timbro sul risultato.

La Triestina è un’ottima squadra, è un piacere vederla giocare ed è in crescita; il suo obiettivo è noto ed è raggiungibile vista la bontà del suo organico e del gioco che esprime, ma non bisogna dare nulla per scontato, perché le avversarie sono piuttosto agguerrite e competitive e non sarà così semplice scrollarsele di dosso.

A mio avviso la Triestina deve ancora migliorare sotto un aspetto: oggi la squadra deve sempre andare a mille per avere il predominio, a volte è irresistibile nelle sue verticalizzazioni, ma quando rallenta e cerca di controllare il gioco non sa addormentarlo, ha poco palleggio e quando perde palla non è sempre equilibrata e compatta e lascia varchi alle sue spalle. La difesa è molto forte nei centrali, ma sui lati anche per l’assetto della squadra, lascia parecchi varchi e non sempre è puntuale nelle chiusure, soprattutto a sinistra. La squadra dà sempre l’impressione di poter fare di più, visto il gran talento a disposizione, inoltre ha una panchina che in questa categoria non è dato a vedere.

Però non è tutto semplice e come abbiamo detto all’inizio, il calcio è imprevedibile e uno più uno non sempre dà come risultato due. Per me un handicap è il dover giocare sempre in trasferta, non facciamoci illudere dal fatto che a Fontanafredda abbiamo sempre vinto, l’essere sempre in viaggio su un pullman alla lunga lo si paga e non è la stessa cosa uscire dal campo e andare a casa a rilassarsi.

Il nostro grande vantaggio è invece la straordinaria alchimia che il gruppo ha trovato con i suoi affezionati tifosi e la saggezza e la competenza di tutta la società che viene sempre a galla in ogni frangente, dal suo vertice equilibrato e presente, all’ultimo degli addetti ai lavori.

In così poco tempo il lavoro fatto mi sembra eccezionale e foriero solo di positività che alla lunga darà sicuramente i suoi frutti, ma ……. speriamo vivamente anche prima!  

BRUNO GASPERUTTI

Triestina-Fiorenzuola 2-1, Gasperutti: "Unione coriacea che ama la verticalità"

Questa è una di quelle vittorie che danno la sensazione di trovarsi davanti ad una signora squadra.

Aveva ammonito Tesser nel pre-gara che non sarebbe stato facile e infatti lo si è visto sul campo, il Fiorenzuola non aveva nulla da perdere e ha giocato la sua partita spensieratamente, mettendo in mostra tutte le sue qualità di squadra giovane e frizzante. La Triestina l’ha affrontata con il dovuto rispetto, non sottovalutando l’impegno; forse all’osservatore distratto avrà anche dato la sensazione di non essere in gran giornata, certo ha giocato meglio altre volte, ma è sempre stata sul pezzo con la giusta mentalità e questo alla lunga vuol dire una marcia sicura.

Il primo tempo è stato davvero interlocutorio, con portieri poco impegnati e il palleggio sorprendente per sicurezza di un Fiorenzuola che naviga in cattive acque, ma sempre attento e pronto ad offendere e si capisce il motivo per cui ha messo sotto con merito una squadra possente come il Vicenza.

La ripresa invece è iniziata con il passo giusto e una bella azione in verticale sulla fascia destra ha portato al cross a mezz’altezza di Ciofani, sul quale s’è lanciato in tuffo Lescano, ma il bomber visto che non riusciva a colpire il pallone di testa, ci ha messo con prontezza il petto e ha gonfiato la rete. A questo punto sembrava tutto facile, risolto il problema del gol che mancava al Rocco dal 2 aprile scorso, l’Alabarda ha preso il comando delle operazioni e in un paio di occasioni è andata vicina al raddoppio con Lescano, che è sempre un bel vedere per come si muove nei pressi dell’area di rigore. Ma gli emiliani non erano rassegnati e lo si è capito, quando Matosevic ha fatto un capolavoro degno di un portiere di livello mondiale, su una bordata al volo da pochi metri di Morello. Era un campanello d’allarme e infatti una grave disattenzione difensiva su un angolo è costata cara: cross millimetrico e inserimento da dietro di Bondioli che di testa ha battuto imparabilmente il portiere alabardato.

Quanti avranno allora pensato alla “maledizione del Rocco”, invece la Triestina di quest’anno è fatta di una pasta coriacea, imperturbabile ha ripreso a macinare il suo gioco e ha ritrovato in breve il vantaggio. Qui bisogna notare la valenza che hanno avuto i nostri attaccanti nell’occasione: Redan che ha controllato e poi servito il pallone nel bel mezzo dell’area di rigore a Lescano, che a sua volta lo ha tenuto vivo tra un nugolo di avversari, per porgerlo poi a Vallocchia che l’ha sparato nell’angolo. Era il gol vittoria, anche se il Fiorenzuola ci ha provato, ma anche gli alabardati con una splendida percussione di El Azrak conclusa non benissimo da Lescano, avrebbe potuto incrementare il vantaggio per far vivere gli ultimi minuti con meno apprensione.

La Triestina che negli ultimi anni ci aveva esasperato con un gioco piatto, masticato costellato da una stucchevole serie di passaggi laterali che aveva l’unico sbocco in un cross, per la maggior parte delle volte dalla trequarti campo, quest’anno invece predilige il gioco verticale, pochi palleggi e imbucata per gli inserimenti dei centrocampisti o per le sponde degli attaccanti. La manovra quindi è molto più veloce, si verticalizza con immediatezza, lo spettacolo è più godibile e a mio avviso è un gioco più adatto alla C, rispetto al gioco controllato e palleggiato spagnoleggiante, che a causa degli interpreti della categoria o dei terreni di gioco che non sono propriamente dei biliardi, è di difficile attuazione. Quando la squadra  trova gli spazi giusti e la manovra è fluida, questa Triestina è proprio un bel vedere, ma ovviamente ci sono anche le giornate in cui gli avversari trovano le contromisure e di queste formazioni anche se non hanno nomi eclatanti, in questa categoria ce ne sono tante. Ma è qui che la nostra squadra quest’anno dimostra una consapevolezza dei propri mezzi che negli anni passati non aveva, è una squadra compatta, il nocchiero è di prim’ordine e non è un caso che di questi campionati ne abbia vinti tanti e in varie piazze anche le più difficili.

Contro il Fiorenzuola qualche ingranaggio della macchina non era oliato alla perfezione e poi ci si sono messi anche gli infortuni a D’Urso, in gran spolvero in settimana a Legnago e a Germano, che a mio avviso è il migliore tra i terzini a disposizione, ma che dire dei sostituti che sono entrati risultando determinanti? El Azrak ha sostituito D’Urso che ha altre caratteristiche, ma è entrato con un piglio e una voglia di fare ammirevole; Ciofani pronti via e ha imbastito l’azione che ha sbloccato la partita fornendo l’assist a Lescano, dopo una percussione straripante. Ottimo poi anche l’ingresso di Pierobon volitivo e da subito in partita; a me piace molto il suo modo disinvolto di interpretare il ruolo di centrocampista che è differente rispetto ai compagni e dimostra che Tesser ha diversi interpreti per sviluppare il suo copione, creando di volta in volta difficoltà diverse e impreviste agli avversari.

Il modulo di Tesser non privilegia il gioco sulle fasce e se Germano si avventura affondando a volte l’azione, Anzolin è molto più bloccato. In fase difensiva anche gli avversari hanno più libertà soprattutto sugli esterni bassi e anche il Fiorenzuola ha avuto modo di uscire facilmente in palleggio dal basso, perché né Celeghin né Vallocchia riuscivano a prenderli tempestivamente e scalavano un po’ in ritardo, avendo anche un centrocampista da controllare. E’ un rischio calcolato che si deve pagare, ma con l’onnipresente e splendido Correia che accorcia e aiuta in ogni zona del campo, oltre che manovrare sempre il pallone con accortezza, Tesser dorme sogni tranquilli.

In vetta il Mantova continua la sua corsa a pieno regime, ho visto degli spezzoni della sua partita di Verona e mi è sembrata una squadra in gran spolvero che ha vinto bene contro l’ostica Virtus. La Pro Vercelli marcia anche lei con buon piglio, ma non mi sembra in grado di essere la sorpresa dell’anno sulle orme del Sudtirol o della Feralpi; è finito in parità il derby veneto tra Vicenza e Padova, due piazze che hanno tutto per fare il salto di qualità. Anche il Vicenza che non mi entusiasma affatto sul piano del gioco, ha invece la possibilità di giocarsela fino alla fine, perché ha una proprietà importante e se a gennaio sarà lì agganciata, è in grado di arricchire il proprio organico con 3-4 giocatori di spessore che possono fare la differenza.

Ora sotto con l’Alessandria, attenzione che l’orso grigio nelle ultime due giornate s’è svegliato dal letargo e dopo aver ottenuto una prima netta vittoria contro la Pergolettese, è andata a pareggiare sul difficile terreno del Trento; proprio Pergolettese e Trento, le due squadre che ci hanno dato gli unici dispiaceri quest’anno. Forza Unione che il campionato lo si vince in provincia sui campetti dissestati, dove l’avversario di turno sputa sangue e veleno; la partenza è stata incoraggiante, ma la strada è ancora molto lunga e molti i trabocchetti da evitare nelle tappe intermedie.

BRUNO GASPERUTTI

Triestina-Pro Sesto 0-0, Gasperutti: "Gara non sottovalutata, un risultato che non deve deludere la tifoseria"

Una Triestina meno incisiva del solito, piuttosto imprecisa nei passaggi e in ritardo sulle seconde palle, si è fatta imporre il pareggio dagli scattanti ed esuberanti sestesi, che hanno ottenuto quello che il loro allenatore si era augurato di ottenere alla vigilia, proponendo gioco senza chiudersi a riccio.

E’ stato un sabato gramo, delle tre vedette la Triestina giocava in casa, mentre Mantova e Padova affrontavano delle trasferte che in teoria erano più insidiose, invece a frenare sono stati proprio gli alabardati, mentre i nostri avversari si sono imposti e da quel poco che ho visto in serata, i patavini anche con buona autorità.

La Triestina comunque non ha sottovalutato l’impegno ed è anche partita forte, tanto da procurarsi la miglior occasione della serata proprio agli albori della gara. Era il 2’ quando El Azrak conquistata palla, ha innescato Lescano che si è trovato solo davanti al portiere: gran tiro e gran risposta del giovane Botti che ha respinto in tuffo, mentre due alabardati erano in ritardo per deviare in tap-in.

Nel primo tempo l’Unione è in pratica tutta qua, poi in mezzo ad una manovra poco fluida con gli avversari molto ben organizzati che intasavano le linee di passaggio centrali e la poca predisposizione degli alabardati ad allargare il gioco sugli esterni, si ricordano solo un gol annullato a Redan per fuorigioco e un’azione molto promettente al 47’ Celeghin-Vallocchia, con cross troppo alto.

I milanesi in questa prima frazione hanno controllato la Triestina con una facilità non preventivabile, vista la pericolosità e incisività dei nostri due attaccanti, che sono stati imbrigliati dai due sorprendenti centrali lombardi, da rilevare tutti e due classe 2004: Marianucci e Giorgeschi, veramente impeccabili. A questi due ragazzini poi si è aggiunta l’esperienza di un vecchio marpione come Toninelli, che a vedersi non è proprio elegante, ma che pur con quel suo aspetto da Rasputin, l’ho sempre visto fare delle partite attente e puntigliose anche negli anni passati.

La Pro dopo la buona partenza alabardata ha immediatamente spaventato la Triestina con due pericolosissime incursioni al 6’ con un pericolosissimo cross che ha tagliato l’area piccola e poi con la solita incertezza di Anzolin su un pallone che lo ha sorvolato ed è pervenuto a Sala solo davanti a Matosevic, ma il portierone alabardato ha respinto di piede il tiro diagonale. Queste due incursioni hanno raffreddato le velleità degli alabardati, che hanno cominciato a trovare grande difficoltà nel far circolare il pallone, nonostante un monumentale Correia dominasse la scena con tutta la sua sapienza.

Certamente anche il terreno di gioco non ha facilitato la pulizia delle manovre, ma i lombardi bene o male ci riuscivano meglio, pur non disponendo delle risorse tecniche dei padroni di casa.

Nella ripresa la Triestina ha accelerato il ritmo e anche l’ingresso di Gunduz ha dato nuovo impulso all’assalto alla porta sestese. Veramente molto bravo il turco, l’avevo già notato martedì in coppa, ma questo ragazzo promette veramente molto e ha tutto per emergere: fisico, corsa, tecnica, tiro. E’ entrato a posto di un Celeghin un po’ appannato e la manovra ne ha subito beneficiato, Tesser può contare su un titolare in più. Nella ripresa la Triestina ha calciato verso la porta di Botti con più frequenza, ma sempre dalla distanza, perché vista anche la bravura già accennata dei difensori, non è mai riuscita ad avere una palla nitida in area. Il portiere Botti è stato bravo in ogni circostanza, non lasciandosi mai sfuggire un pallone e attanagliando in tuffo una conclusione insidiosissima di El Azrak. Poi è stato anche fortunato sulla conclusione violenta al volo di Gunduz che probabilmente lo avrebbe battuto, ma in questa occasione è stato sfortunatamente per noi, Adorante a respingere davanti alla porta.

Queste partite lo scorso anno, ma anche nel passato recente, la Triestina le avrebbe perse, perché gli avversari non hanno mai perso occasione, quando se ne presentava la possibilità, per ribattere e mitigare la pressione. Così anche la Pro Sesto all’88’ ha avuto una ghiotta opportunità per far sua l’intera posta, ma è stato bravo Struna a salvare la porta.

Il pareggio va accettato, non deve deludere la tifoseria che nell’ultimo periodo aveva cominciato a sognare. Una giornata di appannamento ci sta, poi l’avversario è stato bravo nel disinnescare il nostro gioco e le nostre due punte; il campionato è lungo e la serie C come abbiamo già avuto modo di constatare è una brutta bestia, le insidie sono sempre dietro l’angolo, anche quando meno te le aspetti. Bisogna avere continuità di risultati e questa squadra dopo una partenza di assestamento, ha dimostrato di averla.

La prossima si doveva andare ad affrontare l’Atalanta U23, in quella che sarebbe stata una trasferta molto insidiosa, perché i nerazzurri sono tutto meno che una squadra giovanile, ma hanno elementi esperti che hanno già disputato diversi campionati di serie C, in giro per lo stivale. Sembra che il calcio italiano non possa fare a meno di queste squadre e che il futuro sia quasi affidato a loro per far crescere il movimento, poi ecco che invece bisogna rinviare la partita, perché c’è la sosta delle nazionali che non riguarda gli atalantini italiani, ma quelli stranieri parcheggiati in C per fare business, non certamente per le sorti della nostra nazionale.

Ultima notazione: spero di non vedere più il Sig. D’Eusanio di Faenza (Ndr. purtroppo speranza vana). 

BRUNO GASPERUTTI     

Triestina-Pro Vercelli 2-0, Gasperutti: "Vittoria meritata ma troppa fatica"

La Triestina costretta ad emigrare sul neutro di Fontanafredda, vince ancora e meritatamente, ma quanta fatica ragazzi! La sensazione è stata che forse non c'era bisogno di portare la gara fino alle battute finali, ma si poteva anche chiuderla prima o non concedere tanto spazio ai vercellesi, ma come già detto dopo la prima partita, la Triestina è ancora un cantiere aperto, sta certamente migliorando, ma non è ancora la squadra che potrebbe essere. Rispetto alla gara interna con il Trento si sono visti in più, D'Urso, Vallocchia e Finotto e non è poco, ma sembra che giochi senza mai forzare l'andatura, in surplace, tanto la superiorità individuale alla fine ha “quasi” sempre ragione. Andata in vantaggio si è accontentata di giocare a sprazzi, ispirata a centrocampo da due giocatori che in questa categoria sembra siano capitati per caso, come D'Urso e Correia. Quando s'accendono i due sono proprio un bel vedere, sembrano padroni di fare quello che vogliono e nel primo tampo hanno dominato a centrocampo, prendendosi la scena. Nella ripresa sono purtroppo calati e con loro anche qualche altro compagno e la Pro Vercelli ha preso campo, senza fare cose trascendentali, ma tenendo in apprensione il tifoso, perchè il risultato era purtuttavia in bilico e qualcosa poteva sempre succedere. La Pro è sembrata una squadra come ce ne sono tante in serie C, difesa arcigna, buona a centrocampo, attacco spuntato con alcune individualità piuttosto interessanti, come per esempio quel Maggio che palla al piede puntava sempre la porta e che in pratica, è stato l'unico a provarci. Per il resto dei piemontesi abbiamo visto i primi 5' spigliati, dove hanno cercato di sorprendere gli alabardati e dove al 2' hanno avuto l'unica opportunità della partita per segnare, ma Condello trovato defilato sul secondo palo e ahinoi lasciato colpevolmente troppo solo da Anzolin, ha colpito sporco, mettendo il pallone tra le braccia di Matosevic. Poi i bianchi si sono visti solo nella ripresa, quando hanno avuto l'inerzia della gara in mano, qualche iniziativa del vivace Maggio come detto, ma poco altro e qualche tiro da distanze stratosferiche che è sfilato ai lati della porta. La Triestina quando si accendeva era tutt'altra cosa, dava sempre l'impressione di poter far male, sia nel primo tempo quando ha dominato, ma anche nella ripresa quando riusciva a imbastire qualche bel contropiede. Tutte le occasioni viste al Tognon sono state di marca alabardata, ma sempre per un motivo o per un altro, non riusciva a concretizzare e di occasioni o meglio dire di opportunità per segnare, questa sera gli alabardati ne hanno messe in fila parecchie. Era da tanto tempo che non si vedeva una Triestina così pimpante e a tratti anche bella; poco impegnata in difesa dalla spuntata Pro, ha dovuto solo preoccuparsi di qualche spunto isolato o del tiraccio della domenica, ma era sabato! A centrocampo detto dei due registi Correia più arretrato e D'Urso con più licenze offensive, abbiamo visto un Germano in crescita, sempre utile e presente, un Vallocchia moto perpetuo onnipresente, che nella ripresa ovviamente ha dovuto rifiatare e d'altra parte siamo ad inizio stagione e non potrebbe essere diversamente. Pierobon subentrato nella ripresa, è stato utilizzato proprio nel periodo in cui la squadra ha arretrato il raggio d'azione aspettando i vercellesi e ha giocato più di contenimento, ma ha fatto anche vedere alcune belle sgroppate e un paio di imbucate che potevano essere meglio finalizzate. In attacco Redan ha corso in ogni zona del fronte offensivo, ha il grande merito di esser stato prontissimo nel deviare in rete il tiro-cross di Lescano, ma a me è piaciuto perchè è stato sempre attento a non farsi anticipare e a rigiocare i palloni sporchi che arrivavano dalle sue parti. Lescano è attaccante vero, vede di più la porta ed è letale sottorete, ha sprecato qualche buona opportunità e in qualche occasione è stato bravissimo il portiere ad impedirgli il gol, come al 35' quando ha girato in porta un'invenzione di Correia che lo aveva liberato quasi sul dischetto. Nella ripresa mi è sembrato calare fisicamente e non riusciva più a far salire la squadra, ma nei pressi dell'area di rigore, sa sempre essere il pericolo numero uno per qualsiasi difesa. Finotto è entrato bene, come era entrato anche bene con l'Albinoleffe; fisicamente prestante sa giocare, è veloce, utilissimo nel legare il gioco, ma ora lo aspettiamo anche come finalizzatore. Solo uno scampolo per El Azrak ma un gol bellissimo con un tiro velenoso rasoterra che ha baciato il palo, un gol meritato che doveva arrivare prima per quanto visto sul campo, ma che ha coronato una bella e convincente prestazione di tutta la squadra. Ora due trasferte e una o forse anche due (visto l'andazzo) partite in campo neutro, aspettiamo la riprova di quanto visto, questa squadra ha ottime potenzialità, deve forse ancora imparare a gestire meglio la partita, nelle sue varie fasi palleggiando e rallentando o accelerando la manovra, ma quando saliranno di condizione i suoi uomini di maggior classe, ne vedremo delle belle. BRUNO GASPERUTTI

Triestina-Sangiuliano 0-0, Gasperutti: "Unione dallo spirito amichevole, modulo e uomini da cambiare". Video

  • Video: https://www.youtube.com/watch?v=1PzKHAlSjJk
  • Commento al video: Visibilmente deluso dall'atteggiamento della Triestina in questa finale d'andata del play-out contro il Sangiuliano. Bruno Gasperutti è preoccupato per la gara di ritorno, quella che deciderà quale squadra verrà retrocessa in serie D.

Visibilmente deluso dall'atteggiamento della Triestina in questa finale d'andata del play-out contro il Sangiuliano.

Triestina-Trento 0-1, Gasperutti: "L'Unione si disunisce in dieci, il progetto merita fiducia"

Un Trento tetragono, ordinato e ben messo in campo, ha rovinato la festa alla Triestina alla prima stagionale davanti al suo bel pubblico. Un vero peccato perchè la nuova proprietà americana meritava un risultato diverso, per tutto l'entusiasmo che è riuscita a riportare in una piazza difficile come la nostra, sempre un po' troppo diffidente e troppo emotivamente incostante, per gli alti e bassi d'umore che caratterizzano l'umore dei suoi tifosi.

Lo spettacolo è stato bello, la coreografia della curva tutta imbandierata ed entusiasta pure, anche il tifo corretto e sempre costruttivo, il risultato del campo purtroppo no. Ma raccontiamola a grandi linee questa prima uscita dell'Alabarda: la squadra è partita con buon piglio, propositiva e con qualche idea brillante, svolgendo un gioco piacevole e facendo vedere una buona copertura del campo. Per 20' non ha fatto uscire il Trento dal suo guscio e ci si aspettava da un momento all'altro la rete che apriva la cassaforte gialloblù. Subito al 5' una bellissima azione con tuffo di testa finale di Lescano che sfiora il palo, ma era in fuorigioco, l'azione e la conclusione però restano ed era tutto molto bello. All'8' lancio in verticale di Struna per Redan che si presenta molto defilato, cross e il portiere smanaccia in tuffo orizzontale: nessuno è pronto per il tap-in. Al 16' affondo velocissimo sulla sinistra di Anzolin che travolge tutti gli avversari, ma si allunga un po' il pallone e deve crossare, la difesa gialloblù però è attentissima e respinge. Il Trento che era partito guardingo dopo 20' un po' passivi, mette il naso oltre la metàcampo, non è mai pericoloso ma dà sempre l'impressione di avere le idee chiare e per questo, bisogna prestare molta attenzione. Al 29' una situazione un po' ingarbugliata in area alabardata, viene risolta con un intervento pericoloso che richiederebbe l'ausilio del Var, che per fortuna non c'è; il nostro è ancora uno sport vecchia maniera, con giudizi immediati sia positivi che negativi, meno televisivo di quello a cui ci hanno abituati, dove bisogna aspettare 2-3 minuti per esultare dopo una rete. Al 33' palla gol per Redan che entra da solo in area, ma si allarga nel controllo e poi deve crossare, ma ancora una volta la difesa trentina fa buona guardia. Il primo tempo è tutto qui, lo spettacolo è stato piacevole e abbiamo visto una buona Triestina, ma il Trento è una squadra rognosa da prendere con le molle. La ripresa si apre al 7' con la seconda ammonizione di Pierobon, che blocca una ripartenza al limite dell'area di rigore avversaria e qui comincia un'altra partita. Tesser deve cambiare e immette Celeghin al posto di El Azrak e la squadra perde un po' di gamba con l'uscita dei due centrocampisti che appoggiavano le incursioni delle due punte; il centrocampo che si avvaleva di due giocatori che appoggiavano la manovra avanzata, si ritrae troppo lasciando una vasta zona centrale all'avversario, che ne fa trampolino di lancio e prende in mano la partita. Al 23' Lescano avrebbe sulla testa una buona occasione, ma purtroppo non riesce a schiacciare una punizione di Anzolin e il pallone sorvola la traversa. Ma arriva al 25' il gol che decide la gara, in verità non inaspettato perchè il Trento aveva l'inziativa e pur non essendo pericolosissimo si aveva la sensazione che prima o dopo l'occasione l'avrebbe avuta, anche perchè i suoi attaccanti erano sempre molto insidiosi e tutti di ottime qualità. Su un cross in area proveniente da sinistra, Anzolin fa una strana torsione per colpire il pallone con un esterno sinistro, invece di spazzare con il destro e il risultato è che fornisce un comodo pallone a Sangalli, qui bisogna dire lasciato colpevolmente solo al limite dell'area, che ha tutto il tempo di aggiustarsi la sfera e sparare un siluro sotto l'incrocio dei pali.

Il tempo per recuperare anche ci sarebbe, ma la sensazione è che la Triestina ha finito la benzina e ben difficilmente sarebbe riuscita a rimettere in sesto la partita. Infatti le palle gol nel prosieguo della gara sono per i trentini, che con Pasquato impegnano un Matosevic un po' approssimativo nella parata e per Petrovic che spara fuori da pochi metri un pallone d'oro servitogli da Attys.

Raccontata a grandi linee la partita, devo dire che la Triestina non mi è dispiaciuta fino a quando è rimasta a ranghi completi, poi invece si è disunita ed è stata troppo passiva senza riuscire più a ripartire.

E' una squadra che ha ancora attaccato il cartello di lavori in corso e bisogna aver pazienza, tanto più perchè stavolta, per un motivo o un altro, non poteva disporre di diversi elementi. Ha giocato a sprazzi, a folate, non dando troppa continuità all'offensiva, pur mantenendo sempre il controllo del gioco; si vede che è una squadra ancora da amalgamare. Correia che ne è il fulcro ha inizialmente fatto un'ottima impressione, ma poi gli avversari gli hanno preso le misure e si è un po' accartocciato su sé stesso, non dirigendo con la lucidità che si vede è nelle sue corde. Mi è sembrato che gli altri centrocampisti non gli dessero lo scarico semplice, erano sempre troppo distanti o coperti, mentre al contrario il gioco dei trentini era molto più fluido e le uscite più organizzate. In difesa la squadra rossoalabardata ha retto bene, non concedendo quasi nulla agli avversari che in attacco mi sono sembrati piuttosto talentuosi con gli ottimi Anastasia, Attys e Petrovic, ben assistiti da Pasquato che con il pallone tra i piedi è sempre un bel vedere, pur non avendo più lo spunto e il guizzo del passato.

Peccato per il gol subito che ha rovinato la festa dell'esordio e anche per l'espulsione un po' ingenua di Pierobon che ha indirizzato la partita, due episodi determinanti ma evitabilissimi. Aspettiamo con fiducia riscontri dalle prossime uscite, la squadra merita fiducia, la proprietà merita fiducia, l'allenatore è un esperto nocchiero ed è un lusso per la categoria, tutte le componenti sono positive e il futuro non può che essere roseo.

Ultima notazione per un terreno di gioco indecente, con zolle che si alzavano in tutte le zone del campo, non appena il piede calcava un po' di più sul terreno. Ho paura che questo sarà un leit-motive per tutta l'annata e che dovremo subirlo, ma oramai non si può più rimediare, questo è e dobbiamo tenercelo così e far buon viso a cattivo gioco.

BRUNO GASPERUTTI

Triestina-Vicenza 0-0, Gasperutti: "Unione bella e generosa. Nicolini come ...Sozza"

La Triestina è tornata nella sua casa, per disputare questo sentito derby del Triveneto davanti ai suoi tifosi e lo spettacolo non è mancato.

La prima annotazione va riferita allo stato del terreno di gioco; confesso che non ero troppo ottimista e pensavo peggio, ma suvvia il concerto dei Maneskin si è tenuto il 16 luglio, ben tre mesi fa e non è plausibile che dopo tre mesi tre, il terreno non possa presentarsi in condizioni accettabili. Ma cosa è stato fatto a questo benedetto campo, non sono un agronomo e non mi avventuro in fantasiose e inopportune congetture, ma è sotto gli occhi di tutti che qualcosa sia stato sbagliato, se ad oggi vediamo ancora delle zolle alzarsi anche solo per un vigoroso contrasto.

La partita non è stata particolarmente bella, ma godibile e sempre vibrante, accesa e sostanzialmente equilibrata.

Nel primo tempo l’impressione era che tutte e due le squadre si studiassero, in attesa di trovare il punto debole dell’avversario per colpirlo. Poche le situazioni pericolose nelle due aree di rigore, difese molto attente nel controllo dei due attaccanti più temuti, rispettivamente Lescano e Ferrari, che non hanno avuto molte palle giocabili e non sono stati bene innescati dai loro compagni. Molto compatto il Vicenza, raggruppato a centrocampo, che lasciava le corsie laterali ai due incursori Dal Col e Costa, che però partivano molto da lontano e per questo non risultavano molto pericolosi. La Triestina controllava senza troppa fatica i vicentini e solo in un paio di occasioni su dei palloni persi nel traffico dai suoi centrocampisti, ha concesso qualcosa. Il pericolo più grosso al 3’ quando un cross dalla sinistra ha tagliato l’area triestina giungendo sul lato opposto, dove Dal Col è arrivato completamente trascurato da Anzolin, ma per fortuna non ha ben impattato il pallone. Per il resto del primo tempo abbiamo assistito ad una vivace gara ma senza sussulti, qualche affondo, qualche buon palleggio, ma senza phatos.

Si aspettava la ripresa e solo un episodio occasionale poteva rompere fino a quel momento l’equilibrio, ma nessuno poteva prevedere l’intervento a gamba tesa del signore in giallo sul finire del tempo. Qui la partita è decisamente cambiata e ha preso una fisionomia ben precisa: Triestina più compatta e prudente, ma sempre propositiva nelle sue puntate offensive e Vicenza stranamente più impacciato che non ha saputo trovare le contromisure per buoni 30'.

Purtroppo bisogna fare un inciso sul sig. Nicolini da Brescia, il giovane arbitro inviato dall’AIA a dirigere uno scontro sempre delicato e sentito, come Triestina – Vicenza. Intanto se non fosse quotato non lo avrebbero assegnato a questo incontro, visivamente ha un aspetto imponente, ha una statura simile a Matosevic e questo è già importante, corre come un mezzofondista e anche se i suoi giudizi sono spesso errati, questo per coloro che dirigono ha poca importanza, quello che è più importante nel giudizio finale per i vertici arbitrali, non è sbagliare le valutazioni ma... “sbagliare con sicurezza”. In questo il sig. Nicolini ha dimostrato di essere già pronto (come Sozza per esempio), ha espulso a mio avviso un po’ affrettatamente Vallocchia, dando un indirizzo ben preciso all’incontro e poi per non passare per uno che vuole compensare la sua decisione opinabile, nella ripresa non ha voluto prendere una decisione molto meno discutibile, non espellendo il vicentino Costa che ha abbattuto El Azrak che stava entrando dell’area di rigore lanciatissimo, per quella che era una evidente e chiara occasione da gol. Cosa dire poi quando ha espulso Tesser che potrebbe esser suo padre, estraendo il cartellino rosso senza proferir parola e guardandolo con un’aria di sufficienza ed arroganza; ce l’avevo quasi davanti e la sua espressione soddisfatta di poter esercitare il suo potere era evidente. Questo farà carriera. 

Nella ripresa il timore di vedere la Triestina chiusa a difendere il risultato è passata ben presto, la squadra ha giocato con una generosità unica ma anche con tecnica e testa, risultando superiore agli avversari. Il Vicenza mi è sembrato non capirci nulla e per una buona mezz’oretta non è mai riuscito a rendersi pericoloso, subendo invece diversi contropiedi ficcanti e pericolosi, con protagonisti gli attaccanti alabardati che purtroppo non sono riusciti ad inquadrare lo specchio nemmeno in qualche occasione favorevole. Lescano che doveva essere la nostra punta di diamante, non è mai giunto nella zona utile per far esplodere il suo tiro, ma ha tuttavia giocato un’ottima partita producendosi in tocchi e sponde sapienti, per i compagni arrembanti. Ottima Triestina veramente, generosissima e a tratti anche bella, che ha entusiasmato il suo pubblico, che non ha mai fatto mancare il suo sostegno. Solo nell’ultimo quarto d’ora il Vicenza è riuscito a rientrare in partita, quando Diana ha inserito 4 attaccanti allargando il fronte dell’attacco e mettendo un po’ in difficoltà la retroguardia triestina, ma bisogna dire che diversi alabardati erano in preda ai crampi. Anche questo è un aspetto da considerare, probabilmente il terreno del Rocco è piuttosto morbido e i giocatori forse, si allenano su terreni più duri; sono supposizioni, ma mi ha lasciato perplesso il fatto che i nostri avversari non avessero risentito dello stato del terreno come i nostri.

Tutti i triestini sugli scudi, in questo 0-0 nessuno ha fatto mancare il suo apporto alla causa e meritatamente hanno alla fine raccolto gli applausi del loro pubblico festante. Il pareggio è stato accettato da tutti come un risultato positivo, ma io invece penso che senza l’espulsione affrettata di Vallocchia, la Triestina nella ripresa avrebbe potuto vincere la partita, accelerando i ritmi come poi ha effettivamente fatto.

La formazione per come è strutturata è un’ottima squadra, ha un ottimo nocchiero e arriverà in fondo, è sicuramente competitiva ai massimi livelli ma per vincere un campionato molte sono le componenti che devono andare al posto giusto. Per esempio non giocare le due partite al Rocco, sempre con un uomo in meno, così è sempre difficile imporre la superiorità. Tanto per fare un esempio, qualche giorno prima abbiamo assistito a Inghilterra-Italia dove gli inglesi si sono dimostrati molto più forti degli italiani, ma se l’intervento di Phillips fosse stato giudicato come doveva essere da espulsione, forse la partita sarebbe potuta cambiare, come è cambiata Triestina-Vicenza.

Per quanto riguarda il Rocco adesso aspettiamo le decisioni degli ordini competenti a farlo, per la prossima gara interna contro il Fiorenzuola di sabato prossimo. Io penso che si possa giocare ancora sul nostro terreno, certo non sarà ottimale come auspicabile, ma di terreni peggiori nella nostra C ne abbiamo visti parecchi negli ultimi anni. Forza alabardati, questa annata dopo le sofferenze passate si presenta con ottime prospettive finalmente, tutti i tasselli per poter fare un’ottima stagione sono incastonati nel posto giusto.... “Yes we can”  

BRUNO GASPERUTTI