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bruno gasperutti

Mantova-Triestina 2-1, Gasperutti: "Avversari sconosciuti, l'Unione sbaglia tattica"

Il Mantova ha fatto suo quello che, fino a qualche settimana fa, doveva essere lo scontro al vertice per definire la maggior candidata alla promozione in serie B.

Penso che tutti gli addetti ai lavori che seguono la C sappiano come gioca il Mantova che sul campo ha fatto vedere tutte le sue qualità: esce sempre in palleggio grazie alla grande personalità dei due play davanti alla difesa, Burrai e Trimboli, per scatenarsi poi negli spazi creati dopo aver attirato gli avversari, in contropiedi velocissimi con i suoi attaccanti ispirati da un Galuppini che è diventato un trequartista di lusso.

Oltre a questo suo modo di interpretare la partita, il Mantova poi dispone di un’altra arma micidiale: le palle ferme grazie all’abilità di Burrai che, oltre ad essere un ottimo metronomo, ha un piedino con goniometro incorporato.

La Triestina evidentemente di tutto questo non ne era a conoscenza e si è consegnata come vittima sacrificale sull’altare della capolista.

E’ partita in maniera molto spregiudicata fin dallo schieramento iniziale, con D’Urso a fare la mezz’ala accanto a Correia, lasciando a Vallocchia il compito di scorrazzare con più libertà, con Redan e El Azrak larghi, che avevano il compito di aprire la munita difesa virgiliana. Nel contempo qualcuno avrebbe dovuto appoggiare Lescano che era chiuso in una morsa centrale tra i due possenti centrali Brignani e Redolfi e i due play che stringevano su di lui, non permettendogli di ricevere un pallone pulito e infatti così è stato.

Sui lati la Triestina ha trovato spazi, infatti fin dall’inizio soprattutto la catena di destra con Redan, Pavlev e l’aiuto di Vallocchia ha permesso agli alabardati di andare al cross più volte, purtroppo però con una imprecisione che ha fatto sbottare più volte Bordin che si agitava in panchina.

Ben più pericoloso, però, risultava lo spazio concesso al contropiede avversario, che una volta superato grazie all’ottimo palleggio lo sbarramento alabardato, trovava praterie libere in cui scatenare i suoi contropiedisti, tutti in palla, veloci e propositivi.

Nei primi minuti è suonato immediatamente il campanello d’allarme: 2’ Trimboli arriva indisturbato al limite e può tirare a rete senza contrasti, ma alza la mira. La Triestina attacca tenendo palla e sulla destra Redan trova anche spazi, ma non riesce mai ad entrare in area o a liberarsi al tiro, il Mantova invece sembra il ragno che tesse la sua tela e al 9’ quasi dal nulla parte veloce sulla sinistra, cross teso a mezz’altezza di Celesia, in mezzo si vede Moretti annaspare cercando di fermare goffamente con le mani Mensah, che gli sfugge e di testa avvitandosi mette nel sacco.

Il colpo è accusato dalla Triestina che al 12’ è nuovamente sorpresa troppo avanzata, lascia tanto spazio a Galuppini che avanza ed esplode una bordata che Matosevic in tuffo mette in angolo. Sul corner la frittata che in pratica chiude la partita: Brignani indisturbato di testa raddoppia.

Ora penso che anche su Marte sanno che Brignani è micidiale nei colpi di testa, infatti ha già realizzato 6 gol che per un difensore centrale è un bel bottino, credo che disporre una gabbia sulle palle inattive per impedirgli di staccare in libertà, forse era il minimo sindacale.

A questo punto 2 a 0 e tutti a casa verrebbe da dire, ma la Triestina rischia anche di subire la goleada e invece si riassetta e pur subendo sempre troppe ripartenze, perché non scherma davanti alla difesa, fa la partita cercando di rendersi pericolosa.

Sulle fasce come detto si trovano degli spazi e sia Redan che El Azrak sono piuttosto intraprendenti, anche perché il Mantova sembra avere sui lati il suo punto debole, ma al centro Lescano è completamente chiuso e avulso alla manovra, non riesce mai a liberarsi, anzi al 36’ ha una palla ghiotta ma la mette a lato da due passi. L’arbitro fischia il fuorigioco, ma rivisto dobbiamo dire che non c’era proprio e quindi è un gol mancato. Nel finale di tempo abbiamo ancora un tiro centrale di Correia piuttosto debole: la Triestina è tutta qua in questo primo tempo, pur avendo stazionato quasi sempre nella metàcampo avversaria.

Il primo tempo è stato piacevole, veloce e tutto sommato anche ben giocato da tutte e due le squadre, la differenza l’ha fatta l’impostazione tattica: perfetta quella del Mantova, molto maturo e meritevole, un po’ suicida quella della Triestina che non è stata arrendevole, piuttosto molto superficiale.

La ripresa è stata un po’ diversa, sempre sornione il Mantova che ha rallentato oltremodo il gioco tenendo palla al limite della sua area, invitando gli alabardati a farsi avanti, mentre la Triestina un po’ più prudente, era in attesa dell’occasione propizia per riaprire i giochi.

La partita resta bella, ma le occasioni da rete sono minori, la Triestina avrebbe anche l’occasione di andare in gol ma sembra mancare di cattiveria in area e Lescano che è la sua punta di diamante, è sempre troppo solo. Lescano è un ottimo attaccante, vede la porta, però non è il tipico centravanti da lasciar solo in mezzo all’area, a me sembra che abbia bisogno di un partner d’attacco che gli stia vicino, più o meno come era impiegato all’inizio assieme a Redan.

Certo che poi anche gli avversari hanno trovato delle soluzioni per limitarlo e lui ha anche avuto uno scadimento di condizione, ultimamente accentuato dall’infortunio patito con quel intervento killer contro il Padova.

Il gol tutto sommato più che meritato, se non altro per il coraggio e per non aver mai alzato bandiera bianca, la Triestina l’ha trovato all’85’ grazie ad un guizzo in area di Minesso che s’è procurato il rigore, poi parato e convertito in una azione convulsa ma regolare. A questo punto mancavano 5’ + 5’ con il recupero e la partita era tornata in bilico, ma purtroppo non si è più giocato, tra svenimenti, nervosismi vari, interpretazioni arbitrali con comizi e i mantovani, che approfittavano di ogni interruzione per accorrere tutti attorno al direttore di gara a protestare in gruppo, Burrai sempre in testa: sembrava una squadra di Mouriniana memoria. Il risultato è stato che sui 10’ che mancavano, forse si è giocato per 2’.

Certo che non si poteva pretendere di raddrizzare la gara tutto in quel lasso minimo di tempo, ma a mio avviso è stato proprio con quell’atteggiamento che il Mantova ha dimostrato di essere una squadra matura che sa quello che vuole e che ha tutti i mezzi e la malizia necessaria per ottenerlo. Questa è una squadra lanciatissima che gioca bene, è saggia ed equilibrata e merita ampiamente la sua classifica.

Per la Triestina invece, purtroppo bisogna pensare fin d’ora ai play-off e a conservare la terza posizione importantissima che a questo punto non è così solida, viste le vicessitudini degli ultimi tempi.

Un saluto e un ringraziamento a mister Tesser, persona squisita che merita tutto il rispetto meritato nella sua lunga carriera e un buon lavoro a mister Bordin ritornato in Italia dopo qualche annata all’estero, dove ha ottenuto risultati brillanti, che mi auguro sappia confermare in alabardato.              

BRUNO GASPERUTTI

Novara-Triestina 2.3, Gasperutti: "Occasioni sprecate e pasticci in difesa"

La Triestina non muore mai, mal gliene incoglie allo spettatore che frettolosamente abbandona il suo posto, per anticipare l'uscita dallo stadio. Ancora una volta gli alabardati hanno rimediato un incontro che sembrava segnato: non molto fortunati erano addirittura andati sotto a 13' dalla fine per un rigore di Scappini, ma la loro reazione era stata lucida e l'affanno aveva pervaso i padroni di casa, che non riuscivano più a districarsi dalla morsa che li avviluppava.

Il pareggio sembrava già una chimera per la Triestina, che comunque dava sempre l'impressione di essere pericolosa in ogni sua puntata, mentre i piemontesi si aggrappavano letteralmente agli avversari, tanto.... ogni abbraccio in area è consentito dallo strano regolamento vigente, che punisce il pestone, ma non un bel tango ballato allacciati intimamente.

Faccio una premessa, io giudico sempre la partita in base allo svolgimento e quasi mai in base al risultato, anche se questo è comunque il fine per cui si gioca e condiziona i giudizi e l'umore dello spettatore. Per me in questa occasione la squadra aveva disputato una buona partita anche al 90', attenta, con dei momenti di netta superiorità e pur avendo sbagliato molte occasioni e fatto qualche pasticcio in difesa, avrebbe meritato molto di più dello sconsolante punteggio, con cui ci si avviava al recupero.

Ma come detto, la Triestina non muore mai! Questa squadra impersona veramente lo spirito del tifoso, quello irriducibile capace di sorbirsi centinaia di chilometri per seguirla in capo al mondo ed è per questo che sta entrando nel cuore, come poche altre nella storia.

Nel primo tempo abbiamo visto una netta superiorità degli alabardati che giocando con tranquillità hanno sviluppato buone trame di gioco, costruendo diverse opportunità favorevoli, ma che per la non buona giornata degli attaccanti, non venivano concretizzate.

Il Novara da parte sua stupiva, per il coraggio e l'attenzione con cui si opponeva alla netta superiorità tecnica della Triestina. Bravi gli azzurri che hanno fatto vedere di non meritare una classifica da paura, hanno diverse individualità interessanti e corrono tanto coprendo bene il campo; forse davanti concludono poco, ma due gol sono riusciti comunque a farli, sia a noi che al Vicenza e ben tre alla Pro Vercelli.

Andata in vantaggio si pensava come altre volte erroneamente, che il più era fatto, invece come altre volte al primo "stormin di fronde", Matosevic doveva togliere dal fondo del sacco il pallone del pareggio. Subiamo gol con troppa facilità, stavolta un cross innocuo sfiorato da Corti che ha sorpreso tutta la difesa. La Triestina sviluppa un bel gioco, dà sempre la sensazione di poter andare a rete in qualsiasi momento, ma allo stesso tempo sembra troppo vulnerabile, poco compatta come reparto difensivo, pur facendo tutti individualmente il loro dovere.

La reazione al gol subito c'è stata e Pierobon non ha chiuso in rete una splendida azione sulla destra di un D'Urso molto ispirato, che lo aveva liberato a pochi metri dalla porta. Il suo tiro era stato fortunosamente smorzato di piede da Desjardins, che poi lo aveva recuperato alle sue spalle prima che il pallone varcasse la riga.

Nella ripresa lo svolgimento della partita non mutava, Triestina padrona del campo, ma Novara mai rassegnato che appena ne era in grado cercava di offendere con veloci ripartenze, poggiandosi soprattutto sull'esterno Urso. Purtroppo la Triestina stavolta era disattenta sulle palle vaganti ed è stato sufficiente un corner, un paio di ribattute e Malomo con un intervento superficiale ha atterrato un novarese in area per un giusto rigore che a 15' dal termine, poteva essere una mazzata decisiva.

Ma la Triestina non muore mai! E' stata capace non solo di raggiungere il pareggio al 93' con Finotto, dopo un'azione manovrata senza fretta, con imbucata finale illuminante di Correia, ma anche di non accontentarsi e trovare il gol della vittoria al 95' con Malomo in mischia.

Un po' sottotono la coppia regina di attaccanti, ma ottimi i subentranti Adorante molto attivo e Finotto che ha il merito di non aver sprecato il pallone con il contagiri di Correia. Il senegalese con D'Urso e un Celeghin finalmente sui livelli dello scorso campionato, hanno dominato a centrocampo, un vero peccato l'ammonizione subita da Correia, che lo costringerà a saltare il derby di venerdì prossimo con il Padova.

Non impegnatissima la difesa, che individualmente ha fatto il suo dovere, ma che come reparto nella sua interezza, deve ancora affinare l'intesa per dare una sensazione maggiore di compatezza. Prossimo impegno l'attesissimo scontro al vertice con il Padova, certo che lasciare i biancoscudati alle spalle al termine dell'andata sarebbe un bel colpaccio, ma conta relativamente essere al comando a Natale, forse è meglio esserlo in maggio. Il campionato è lungo, ci vuole pazienza e accumulare punticini come quelli di oggi che sono di platino, perchè giunti in un momento insperato.

BRUNO GASPERUTTI

Triestina-Arzignano 4-1, Gasperutti: "Unione ottima squadra e in crescita"

In sede di presentazione di questa partita con il sempre ostico Arzignano, pensavo ad una gara sul metro di quella giocata contro la Pro Sesto: Triestina all’offensiva contro una squadra accorta ben chiusa, ma sempre pronta ad offendere nelle ripartenze. Guardando i numeri che dopo 14 giornate dovrebbero rispecchiare il genere di squadra che vai ad affrontare, si poteva notare che i berici segnavano pochetto, ma avevano una delle difese più munite del girone; quindi il problema più importante era quello di sbloccare la gara, poi tutto sarebbe stato più facile.

Ma il calcio è pur sempre un gioco e a volte diventa veramente imprevedibile, rovesciando pronostici e previsioni, per questo motivo è sempre così affascinante e fa palpitare il cuore delle masse. Così anche stavolta pronti via e … 2- 0 per l’Unione sui primi due affondi della giornata, dapprima la sentenza Lescano, poi una bellissima azione in verticale conclusa magnificamente da Vallocchia, tutto fin troppo semplice.

Pratica chiusa? Io ne ero quasi convinto e avevo già cominciato a pesare il calendario con le previsioni di massima per i prossimi incontri degli alabardati, ma anche dei nostri diretti rivali.

Invece la partita subito sbloccata ha avuto uno svolgimento del tutto imprevedibile, almeno ai miei occhi.

La Triestina ha cominciato a giochicchiare con apparente sufficienza, mentre l’Arzignano reagiva con impegno ma anche facendo vedere un gioco per niente disprezzabile, fatto con un buon palleggio a centrocampo, precisi anticipi e una predominanza sulle seconde palle che soprattutto sul limitare della nostra area di rigore, creava qualche imbarazzo alla difesa. I due attaccanti dal buon fisico, non saranno dei grandi realizzatori, ma erano molto bravi nel gioco di sponda e nonostante l’attenta guardia dei nostri centrali, creavano confusione davanti a Matosevic e diversi tiri erano rimpallati all’ultimo momento.

Poi la solita disattenzione sulla fascia sinistra per un affondo di Lakti che arriva in corsa palla al piede da metàcampo, giungendo al tiro in diagonale; è bravo Matosevic a respingere, ma il pallone s’innalza in verticale e al limite dell’area piccola i due “punteros” veneti fanno barriera impedendo l’intervento dei difensori e Grandolfo in rovesciata segna nella porta vuota. Siamo solo al 23’ ma ora la partita assume tutt’altra fisionomia con gli ospiti (?) ringalluzziti e Triestina che una volta allentata la concentrazione non riesce più a ritrovare il filo del gioco.

La Triestina ha sempre degli sprazzi di superiorità nei quali rifulgono le qualità superiori dei suoi interpreti, ma il gioco ora lo fa l’Arzignano che come tante altre del girone, sembra proprio una buona squadra.

Il riposo è corroborante e la ripresa vede una squadra più attenta, anche se a centrocampo gli alabardati sembrano soffrire l’aggressività veneta, Correia sempre bello ed elegante è troppo lezioso e perde un paio di palloni che lasciano varchi importanti, Celeghin e Vallocchia si battono e anche El Azrak cerca di pulire qualche pallone per le punte, ma complessivamente la partita ora sembra bloccata senza occasioni da rete.

Buon per noi che non sentiamo il bisogno di accenderla, poi ecco i cambi e la panchina sontuosa di questa squadra a fare la differenza. Rientra l’ottimo D’Urso sempre preciso e un Adorante che gli ultimi gol realizzati hanno reso più consapevole e incisivo, che si mette subito in evidenza con una bella azione che porta Lescano a cogliere una clamorosa traversa a porta vuota. Il magnifico gol di Vallocchia chiude l’incontro e D’Urso lo suggella mettendo anche il suo timbro sul risultato.

La Triestina è un’ottima squadra, è un piacere vederla giocare ed è in crescita; il suo obiettivo è noto ed è raggiungibile vista la bontà del suo organico e del gioco che esprime, ma non bisogna dare nulla per scontato, perché le avversarie sono piuttosto agguerrite e competitive e non sarà così semplice scrollarsele di dosso.

A mio avviso la Triestina deve ancora migliorare sotto un aspetto: oggi la squadra deve sempre andare a mille per avere il predominio, a volte è irresistibile nelle sue verticalizzazioni, ma quando rallenta e cerca di controllare il gioco non sa addormentarlo, ha poco palleggio e quando perde palla non è sempre equilibrata e compatta e lascia varchi alle sue spalle. La difesa è molto forte nei centrali, ma sui lati anche per l’assetto della squadra, lascia parecchi varchi e non sempre è puntuale nelle chiusure, soprattutto a sinistra. La squadra dà sempre l’impressione di poter fare di più, visto il gran talento a disposizione, inoltre ha una panchina che in questa categoria non è dato a vedere.

Però non è tutto semplice e come abbiamo detto all’inizio, il calcio è imprevedibile e uno più uno non sempre dà come risultato due. Per me un handicap è il dover giocare sempre in trasferta, non facciamoci illudere dal fatto che a Fontanafredda abbiamo sempre vinto, l’essere sempre in viaggio su un pullman alla lunga lo si paga e non è la stessa cosa uscire dal campo e andare a casa a rilassarsi.

Il nostro grande vantaggio è invece la straordinaria alchimia che il gruppo ha trovato con i suoi affezionati tifosi e la saggezza e la competenza di tutta la società che viene sempre a galla in ogni frangente, dal suo vertice equilibrato e presente, all’ultimo degli addetti ai lavori.

In così poco tempo il lavoro fatto mi sembra eccezionale e foriero solo di positività che alla lunga darà sicuramente i suoi frutti, ma ……. speriamo vivamente anche prima!  

BRUNO GASPERUTTI

Triestina-Fiorenzuola 2-1, Gasperutti: "Unione coriacea che ama la verticalità"

Questa è una di quelle vittorie che danno la sensazione di trovarsi davanti ad una signora squadra.

Aveva ammonito Tesser nel pre-gara che non sarebbe stato facile e infatti lo si è visto sul campo, il Fiorenzuola non aveva nulla da perdere e ha giocato la sua partita spensieratamente, mettendo in mostra tutte le sue qualità di squadra giovane e frizzante. La Triestina l’ha affrontata con il dovuto rispetto, non sottovalutando l’impegno; forse all’osservatore distratto avrà anche dato la sensazione di non essere in gran giornata, certo ha giocato meglio altre volte, ma è sempre stata sul pezzo con la giusta mentalità e questo alla lunga vuol dire una marcia sicura.

Il primo tempo è stato davvero interlocutorio, con portieri poco impegnati e il palleggio sorprendente per sicurezza di un Fiorenzuola che naviga in cattive acque, ma sempre attento e pronto ad offendere e si capisce il motivo per cui ha messo sotto con merito una squadra possente come il Vicenza.

La ripresa invece è iniziata con il passo giusto e una bella azione in verticale sulla fascia destra ha portato al cross a mezz’altezza di Ciofani, sul quale s’è lanciato in tuffo Lescano, ma il bomber visto che non riusciva a colpire il pallone di testa, ci ha messo con prontezza il petto e ha gonfiato la rete. A questo punto sembrava tutto facile, risolto il problema del gol che mancava al Rocco dal 2 aprile scorso, l’Alabarda ha preso il comando delle operazioni e in un paio di occasioni è andata vicina al raddoppio con Lescano, che è sempre un bel vedere per come si muove nei pressi dell’area di rigore. Ma gli emiliani non erano rassegnati e lo si è capito, quando Matosevic ha fatto un capolavoro degno di un portiere di livello mondiale, su una bordata al volo da pochi metri di Morello. Era un campanello d’allarme e infatti una grave disattenzione difensiva su un angolo è costata cara: cross millimetrico e inserimento da dietro di Bondioli che di testa ha battuto imparabilmente il portiere alabardato.

Quanti avranno allora pensato alla “maledizione del Rocco”, invece la Triestina di quest’anno è fatta di una pasta coriacea, imperturbabile ha ripreso a macinare il suo gioco e ha ritrovato in breve il vantaggio. Qui bisogna notare la valenza che hanno avuto i nostri attaccanti nell’occasione: Redan che ha controllato e poi servito il pallone nel bel mezzo dell’area di rigore a Lescano, che a sua volta lo ha tenuto vivo tra un nugolo di avversari, per porgerlo poi a Vallocchia che l’ha sparato nell’angolo. Era il gol vittoria, anche se il Fiorenzuola ci ha provato, ma anche gli alabardati con una splendida percussione di El Azrak conclusa non benissimo da Lescano, avrebbe potuto incrementare il vantaggio per far vivere gli ultimi minuti con meno apprensione.

La Triestina che negli ultimi anni ci aveva esasperato con un gioco piatto, masticato costellato da una stucchevole serie di passaggi laterali che aveva l’unico sbocco in un cross, per la maggior parte delle volte dalla trequarti campo, quest’anno invece predilige il gioco verticale, pochi palleggi e imbucata per gli inserimenti dei centrocampisti o per le sponde degli attaccanti. La manovra quindi è molto più veloce, si verticalizza con immediatezza, lo spettacolo è più godibile e a mio avviso è un gioco più adatto alla C, rispetto al gioco controllato e palleggiato spagnoleggiante, che a causa degli interpreti della categoria o dei terreni di gioco che non sono propriamente dei biliardi, è di difficile attuazione. Quando la squadra  trova gli spazi giusti e la manovra è fluida, questa Triestina è proprio un bel vedere, ma ovviamente ci sono anche le giornate in cui gli avversari trovano le contromisure e di queste formazioni anche se non hanno nomi eclatanti, in questa categoria ce ne sono tante. Ma è qui che la nostra squadra quest’anno dimostra una consapevolezza dei propri mezzi che negli anni passati non aveva, è una squadra compatta, il nocchiero è di prim’ordine e non è un caso che di questi campionati ne abbia vinti tanti e in varie piazze anche le più difficili.

Contro il Fiorenzuola qualche ingranaggio della macchina non era oliato alla perfezione e poi ci si sono messi anche gli infortuni a D’Urso, in gran spolvero in settimana a Legnago e a Germano, che a mio avviso è il migliore tra i terzini a disposizione, ma che dire dei sostituti che sono entrati risultando determinanti? El Azrak ha sostituito D’Urso che ha altre caratteristiche, ma è entrato con un piglio e una voglia di fare ammirevole; Ciofani pronti via e ha imbastito l’azione che ha sbloccato la partita fornendo l’assist a Lescano, dopo una percussione straripante. Ottimo poi anche l’ingresso di Pierobon volitivo e da subito in partita; a me piace molto il suo modo disinvolto di interpretare il ruolo di centrocampista che è differente rispetto ai compagni e dimostra che Tesser ha diversi interpreti per sviluppare il suo copione, creando di volta in volta difficoltà diverse e impreviste agli avversari.

Il modulo di Tesser non privilegia il gioco sulle fasce e se Germano si avventura affondando a volte l’azione, Anzolin è molto più bloccato. In fase difensiva anche gli avversari hanno più libertà soprattutto sugli esterni bassi e anche il Fiorenzuola ha avuto modo di uscire facilmente in palleggio dal basso, perché né Celeghin né Vallocchia riuscivano a prenderli tempestivamente e scalavano un po’ in ritardo, avendo anche un centrocampista da controllare. E’ un rischio calcolato che si deve pagare, ma con l’onnipresente e splendido Correia che accorcia e aiuta in ogni zona del campo, oltre che manovrare sempre il pallone con accortezza, Tesser dorme sogni tranquilli.

In vetta il Mantova continua la sua corsa a pieno regime, ho visto degli spezzoni della sua partita di Verona e mi è sembrata una squadra in gran spolvero che ha vinto bene contro l’ostica Virtus. La Pro Vercelli marcia anche lei con buon piglio, ma non mi sembra in grado di essere la sorpresa dell’anno sulle orme del Sudtirol o della Feralpi; è finito in parità il derby veneto tra Vicenza e Padova, due piazze che hanno tutto per fare il salto di qualità. Anche il Vicenza che non mi entusiasma affatto sul piano del gioco, ha invece la possibilità di giocarsela fino alla fine, perché ha una proprietà importante e se a gennaio sarà lì agganciata, è in grado di arricchire il proprio organico con 3-4 giocatori di spessore che possono fare la differenza.

Ora sotto con l’Alessandria, attenzione che l’orso grigio nelle ultime due giornate s’è svegliato dal letargo e dopo aver ottenuto una prima netta vittoria contro la Pergolettese, è andata a pareggiare sul difficile terreno del Trento; proprio Pergolettese e Trento, le due squadre che ci hanno dato gli unici dispiaceri quest’anno. Forza Unione che il campionato lo si vince in provincia sui campetti dissestati, dove l’avversario di turno sputa sangue e veleno; la partenza è stata incoraggiante, ma la strada è ancora molto lunga e molti i trabocchetti da evitare nelle tappe intermedie.

BRUNO GASPERUTTI

Triestina-Legnago 2-2, Gasperutti: "Unione balbettante, non ci siamo proprio"

La Triestina sull’orlo di un abisso di cui non si vede il fondo, riesce a trovare l’appiglio per non sprofondare, ma la risalita è ancora impervia.

Nel dramma sportivo per 76’ uno spunto isolato di Redan ha rianimato la squadra, che quasi avesse ricevuto una scossa elettrica ha aumentato il ritmo che fino a quel punto era da marcia funebre, raggiungendo il pareggio e sfiorando il gol vittoria.

E’ stato sufficiente aumentare i giri del motore per gli alabardati che pur continuando a fare abbastanza confusione, hanno messo alle corde i veneti che da tempo stavano vivacchiando sul doppio vantaggio, sicuri che il loro pomeriggio sarebbe proseguito tranquillo e che mai e poi mai il loro facile successo sarebbe stato messo in pericolo da quella formazione senza personalità che aveva di fronte.

La Triestina ha giocato male e il risultato finale serve unicamente per interrompere l’emorragia di risultati negativi che avrebbe dato una mazzata al suo morale, che vista anche la reazione finale di puro orgoglio, deve essere sotto i tacchi.

Ha cominciato attaccando come da copione, ma con poche idee, poca incisività e cercando la soluzione dalla distanza, infatti il primo tentativo serio è venuto solo dopo 20’ con un tiro da lontano di El Azrak deviato in angolo. La Triestina dà la sensazione di essere superiore al Legnago, ma l’azione è balbettante, poco fluida, con giocatori che sembrano giocare ognuno con un copione “ad personam”, che si sono appena incontrati e hanno ancora bisogno di trovare un gioco d’assieme. Al 26’ alla prima sortita offensiva, come oramai sta diventando una scoraggiante consuetudine, al Legnago è sufficiente il solito cross sul quale Giani anticipa Malomo e fa secco con un rasoterra basso Matosevic immobile.

La reazione della Triestina è blanda, quasi doverosa, ma produce comunque qualche occasione come al 30’ quando su tiro di Lescano respinto, Correia spreca malamente alle stelle. Come al 41’ quando su un perfetto cross di Pavlev, El Azrak dimostra che il colpo di testa non è la sua specialità e solo in area mette a lato e come al 43’ quando sempre El Azrak il più intraprendente, calcia centralmente. Ma l’occasionissima la spreca il Legnago con Rocco, che solissimo davanti a Matosevic gigioneggia col pallone per poi farsi chiudere dagli affannati difensori alabardati in recupero.

In questo primo tempo la Triestina ha fatto la partita, ma non ha mai dato l’impressione di poter far male alla difesa ospite, in area non ci è entrata quasi mai, troppo solitario Lescano che veniva appoggiato da El Azrak che il meglio di sé lo dà quando svaria su tutto il fronte e un opaco Correia, che potrà avere molte mansioni, meno quella di appoggiare a rimorchio la punta centrale.

Beh manca ancora un tempo si pensa e questo Legnago che è stato presentato come uno spauracchio in serie positiva da tempo immemore, non sembra proprio uno squadrone, anche se sembra più quadrato e in partita dei nostri.

La ripresa invece è deprimente, nessuna reazione della squadra in svantaggio, tutti bloccati con i tre difensori che fanno gioco (sic!), lasciati indisturbati dagli avversari di impostare (sic!), mentre a centrocampo i veneti fanno intensità e non lasciano i centrocampisti (loro sì che avrebbero il compito di far gioco) respirare.

Sulle fasce i due cosìddetti quinti, spentosi dopo un buon primo tempo Pavlev, non offrono più la sponda per allargare il gioco e fino al 76’ assistiamo al nulla cosmico. Però nel frattempo il Legnago ha raddoppiato e senza forzare, basta loro far partire da lontano i loro attaccanti in velocità, perché giocano quasi senza punte di riferimento ma sono molto dinamici e rapidi, mentre i nostri difensori non fanno una gran figura quando sono puntati e mi ricordano gli ippopotami nella danza delle ore nel film “Fantasia” di Walt Disney. Al 53’ in una di queste azioni, fallo al limite sul lato sinistro e Martic con un tiro a giro beffa Matosevic sul suo palo.

Ma non è finita perché al 72’ in un’altra azione di ripartenza, Giani infila tre difensori ma pur solo è un po’ decentrato e il suo tiro consente a Matosevic di effettuare un gran bel intervento e salvare la baracca dal tracollo.

A questo punto Redan si è messo in proprio e con un paio di spunti ha rianimato il fantasma che ha preso forma e ridestandosi ha fatto capire che in fin dei conti, bastava poco per mettere in difficoltà gli avversari e infatti in 8’ ha rimesso tutto in discussione, mancando nel finale addirittura il gol che sarebbe stata una beffa per i legnaghesi.

Cosa dire di questa Unione, non ci siamo proprio, la bella squadra di questo autunno si è dissolta e non sono d’accordo con chi afferma che è stato a causa del mercato, perché gli interpreti sono sempre quelli, se ne sono andati solo: l’ottimo Adorante che purtuttavia era la riserva di Lescano, l’inamovibile capocannoniere del girone invidiatoci da tutti; poi Finotto che era la riserva di Redan, altro inamovibile interprete di quei primi mesi e Pierobon altro subentrante che tra l’altro aveva piuttosto deluso. Quindi l’ossatura della squadra è sempre quella, forse ci sarebbe stato bisogno di coprire qualche altro ruolo in cui siamo piuttosto carenti e non è stato fatto, ma dopo le prime giornate del girone di ritorno, era evidente che il primo posto era svanito e restava soltanto la chimera dei play-off da giocare sempre in trasferta, vista la situazione del “Rocco”, che sono sempre come giocare alla roulette 1 numero su 28.

Mentre a Vicenza la squadra mi era sembrata ben adattata per fronteggiare i berici, contro il Legnago non mi è piaciuto il modulo adottato, con la difesa a tre ad impostare e non ne è capace, con due esterni che incidono poco o niente e al limite solo su un lato, con Correia troppo avanzato mentre lui l’abbiamo apprezzato lucido regista e rubapalloni davanti alla difesa, con Vallocchia che è molto intraprendente ma fa anche parecchia confusione; in pratica a metàcampo la nostra manovra era caotica e poco lucida, mentre in avanti Lescano era troppo isolato, perché il solo El Azrak in una partita in cui si doveva attaccare e vincere, era veramente troppo poco.

Con l’ingresso di Gunduz, solido e aggressivo, di Celeghin idem, di Vertainen che ha fatto poco o niente, ma almeno fisicamente fa sentire meno solo Lescano e gli fa trovare più spazi e meno assilli difensivi e del redivivo e guizzante Redan, la squadra ha assunto quel passo che doveva, a mio avviso, avere fin dall’inizio.

Oramai viviamo alla giornata, questa annata è così, ma non facciamo l’errore di disprezzare tutto “alla triestina masochistica maniera”. Per costruire una casa si inizia dalle fondamenta, mentre noi vogliamo immediatamente il tetto con terrazzo vista sulla serie B, ma non sempre le ciambelle riescono con il buco, il Mantova ci è riuscito, altre blasonate tra cui ricordo anche il Monza di Berlusconi no!

La proprietà è solida finanziariamente come poche e ha idee, sono americani e con un’altra mentalità manageriale, forse lontani dalla passione del tifoso, ma per favore ricordiamo da dove siamo partiti e che proprietà abbiamo avuto negli ultimi 20 anni, tra le quali da salvare tra i vari Tonellotto, Fantinel, Aletti, i triestini, Mehmeti & Mbock, Pontrelli, Giacomini.. possiamo solo citare quella di Biasin & Milanese.            

BRUNO GASPERUTTI 

Triestina-Pergolettese 1-1, Gasperutti: "La squadra non è più fresca, belle statuine in difesa"

Onesto pareggio tra una Triestina poco incisiva e una Pergolettese che ha controllato con troppa facilità le trame alabardate.

Dopo un primo tempo soporifero, la ripresa è stata più intensa anche grazie alle due reti che l'hanno vivacizzata, costringendo gli ospiti ad alzare i giri del loro motore.

Il primo tempo è stato decisamente giocato sotto ritmo, la Triestina sembrava attendere l'azione giusta, lo spunto di uno dei suoi tenori per sbloccarla, mentre la Pergolettese si limitava a palleggiare senza quasi mai cercare l'affondo. Di palle gol non se ne sono viste, solo qualche promettente opportunità che non veniva sfruttata: una punizione di Lescano (3'), un colpo di testa di Lescano su corner (32' ), un sanguinoso pallone perso da Correia che ha fatto partire in contropiede la Pergo e Felicioli un po' defilato ha tirato su Agostino(38'), poi qualche tiro contrato e basta.

La ripresa non poteva che essere migliore e infatti qualcosa si è visto. La Pergolettese l'ha iniziata continuando nel suo controllo tranquillo della gara, ma quando Tesser ha inserito Redan e El Azrak la Triestina ha aumentato il ritmo.

Le idee erano comunque un po' offuscate, ma l'Unione ha in organico dei giocatori di spessore superiore che in qualsiasi momento possono accendersi e inventare la giocata decisiva. L'ha sbloccata il bomber Lescano sottomisura, ma già pochi attimi prima un'invenzione di Correia aveva messo solo davanti al portiere Redan e sembrava proprio che quella Pergolettese ciondolante che fino a quel momento aveva dato poco fastidio, non avesse nella sua faretra il dardo giusto per colpire.

Improvvisamente s'è svegliato Bariti, che è sembrato imprendibile per Anzolin subentrato a Petrasso e la Pergo correndo tanto, ha accentuato gli ampi spazi che l'Unione lascia sempre tra i reparti, risultando pericoloso.

Gli ospiti che fino a quel momento avevano prodotto pochetto, mettevano in apprensione la difesa alabardata che cominciava a scricchiolare. 67' tiro tagliato di Bariti che Agostino riusciva a smanacciare, arrivava Felicioli che tirava fuori di poco. 73' splendido cambio campo per Bariti che effettuava uno splendido stop, cross a mezza altezza e Jaouhari anticipava le belle statuine di sale, sorprese in mezzo alla nostra area e segnava imparabilmente. 78' ancora Bariti imperversava a destra, entrava in area e liberava Mazzarani al tiro e ancora Agostino salvava il pareggio. 81' Felicioli partiva sulla sinistra e sottorete Caja di tacco sorprendeva ancora in anticipo tutti, per nostra fortuna il pallone sfilava lungo la porta.

Ma non è ancora finita, perchè all'83' Villanova si liberava facilmente sulla sinistra e sparava a rete e Agostino salvava ancora. Finalmente in questo vivacissimo finale si svegliava anche la Triestina, che creava la migliore occasione della ripresa con uno spunto di Redan che passava a Minesso il quale con una puntata liberava sottorete Lescano, ma chiuso e tirava frettolosamente sul portiere.

Finiva così la partita e il pareggio mi sembra corrispondente a quanto visto sul campo; la Triestina è in un periodo di scarsa vena è inutile nasconderlo, a Vercelli si è vinto sul traguardo ma poteva anche essere un pareggio, come anche bisogna dire che nella sfortunata partita con l'Albinoleffe il pareggio sarebbe stato più corrispondente a quanto visto. Però la classifica è impietosa, il Mantova vola, il Padova segue a ruota e perde pochi colpi e per rimontare queste due corazzate si sarebbe dovuto fare un filotto vincendo quasi sempre, purtroppo invece in questo momento la squadra non è più fresca e sembra un po' spenta.

Se la difesa ora presenta diverse lacune, lo si deve anche ad una copertura di qualità inferiore che offre il centrocampo rispetto ad inizio campionato e la lentezza e macchinosità dei due centrali risulta più evidente, mentre sui lati se trovi qualche interprete che fa della vivacità e intraprendenza la sua arma migliore, si soffre troppo.

La squadra risulta sempre troppo lunga e poco compatta, la difesa rimane sempre troppo bassa e Correia che sembra un po' meno lucido rispetto alla prima parte della stagione, pur risultando comunque sempre più che valido, non riesce più a legare i reparti con l'assiduità precedente.

Stavolta in attacco Lescano si è mosso di più, ma la Triestina è stata un po' più incisiva creando qualcosa, solo con l'ingresso di Redan che ha rilevato Vertainen sempre un po' timido e impalpabile.

Obiettivamente in questo momento, sembra abbastanza improbabile che la Triestina riesca a rientrare in corsa per la promozione diretta, troppo il divario di punti che ci separa dalle due vedette della categoria, 11 punti non si recuperano così facilmente a meno di un crollo verticale, al momento poco ipotizzabile. Fino ad oggi confesso che non mi ero troppo interessato a guardare i risultati delle formazioni che ci seguono, a parte quelli del Vicenza che ho sempre ritenuto squadra pericolosa per la sua struttura societaria.

D'ora in poi sarà bene porre attenzione anche alle inseguitrici, perchè troppo importante è arrivare almeno terzi, per ottenere una posizione privilegiata nella griglia dei play-off. A questo proposito sono veramente molto curioso di vedere come sarà risolto il problema stadio “Rocco”, perchè purtroppo sono sempre più probabili questi play-off, mentre sta slittando settimana dopo settimana, l'inizio dei lavori per il rifacimento del terreno di gioco.

Chissà, magari il Cagliari sarà disposto a concederci l'utilizzo del suo stadio, visto che qualche tempo fa, Trieste è stata ospitale con loro...... è una battuta ovviamente e spero che i nostri politici, non la prendano troppo alla lettera come opportunità, non si sa mai!!!

BRUNO GASPERUTTI

Triestina-Pro Sesto 0-0, Gasperutti: "Gara non sottovalutata, un risultato che non deve deludere la tifoseria"

Una Triestina meno incisiva del solito, piuttosto imprecisa nei passaggi e in ritardo sulle seconde palle, si è fatta imporre il pareggio dagli scattanti ed esuberanti sestesi, che hanno ottenuto quello che il loro allenatore si era augurato di ottenere alla vigilia, proponendo gioco senza chiudersi a riccio.

E’ stato un sabato gramo, delle tre vedette la Triestina giocava in casa, mentre Mantova e Padova affrontavano delle trasferte che in teoria erano più insidiose, invece a frenare sono stati proprio gli alabardati, mentre i nostri avversari si sono imposti e da quel poco che ho visto in serata, i patavini anche con buona autorità.

La Triestina comunque non ha sottovalutato l’impegno ed è anche partita forte, tanto da procurarsi la miglior occasione della serata proprio agli albori della gara. Era il 2’ quando El Azrak conquistata palla, ha innescato Lescano che si è trovato solo davanti al portiere: gran tiro e gran risposta del giovane Botti che ha respinto in tuffo, mentre due alabardati erano in ritardo per deviare in tap-in.

Nel primo tempo l’Unione è in pratica tutta qua, poi in mezzo ad una manovra poco fluida con gli avversari molto ben organizzati che intasavano le linee di passaggio centrali e la poca predisposizione degli alabardati ad allargare il gioco sugli esterni, si ricordano solo un gol annullato a Redan per fuorigioco e un’azione molto promettente al 47’ Celeghin-Vallocchia, con cross troppo alto.

I milanesi in questa prima frazione hanno controllato la Triestina con una facilità non preventivabile, vista la pericolosità e incisività dei nostri due attaccanti, che sono stati imbrigliati dai due sorprendenti centrali lombardi, da rilevare tutti e due classe 2004: Marianucci e Giorgeschi, veramente impeccabili. A questi due ragazzini poi si è aggiunta l’esperienza di un vecchio marpione come Toninelli, che a vedersi non è proprio elegante, ma che pur con quel suo aspetto da Rasputin, l’ho sempre visto fare delle partite attente e puntigliose anche negli anni passati.

La Pro dopo la buona partenza alabardata ha immediatamente spaventato la Triestina con due pericolosissime incursioni al 6’ con un pericolosissimo cross che ha tagliato l’area piccola e poi con la solita incertezza di Anzolin su un pallone che lo ha sorvolato ed è pervenuto a Sala solo davanti a Matosevic, ma il portierone alabardato ha respinto di piede il tiro diagonale. Queste due incursioni hanno raffreddato le velleità degli alabardati, che hanno cominciato a trovare grande difficoltà nel far circolare il pallone, nonostante un monumentale Correia dominasse la scena con tutta la sua sapienza.

Certamente anche il terreno di gioco non ha facilitato la pulizia delle manovre, ma i lombardi bene o male ci riuscivano meglio, pur non disponendo delle risorse tecniche dei padroni di casa.

Nella ripresa la Triestina ha accelerato il ritmo e anche l’ingresso di Gunduz ha dato nuovo impulso all’assalto alla porta sestese. Veramente molto bravo il turco, l’avevo già notato martedì in coppa, ma questo ragazzo promette veramente molto e ha tutto per emergere: fisico, corsa, tecnica, tiro. E’ entrato a posto di un Celeghin un po’ appannato e la manovra ne ha subito beneficiato, Tesser può contare su un titolare in più. Nella ripresa la Triestina ha calciato verso la porta di Botti con più frequenza, ma sempre dalla distanza, perché vista anche la bravura già accennata dei difensori, non è mai riuscita ad avere una palla nitida in area. Il portiere Botti è stato bravo in ogni circostanza, non lasciandosi mai sfuggire un pallone e attanagliando in tuffo una conclusione insidiosissima di El Azrak. Poi è stato anche fortunato sulla conclusione violenta al volo di Gunduz che probabilmente lo avrebbe battuto, ma in questa occasione è stato sfortunatamente per noi, Adorante a respingere davanti alla porta.

Queste partite lo scorso anno, ma anche nel passato recente, la Triestina le avrebbe perse, perché gli avversari non hanno mai perso occasione, quando se ne presentava la possibilità, per ribattere e mitigare la pressione. Così anche la Pro Sesto all’88’ ha avuto una ghiotta opportunità per far sua l’intera posta, ma è stato bravo Struna a salvare la porta.

Il pareggio va accettato, non deve deludere la tifoseria che nell’ultimo periodo aveva cominciato a sognare. Una giornata di appannamento ci sta, poi l’avversario è stato bravo nel disinnescare il nostro gioco e le nostre due punte; il campionato è lungo e la serie C come abbiamo già avuto modo di constatare è una brutta bestia, le insidie sono sempre dietro l’angolo, anche quando meno te le aspetti. Bisogna avere continuità di risultati e questa squadra dopo una partenza di assestamento, ha dimostrato di averla.

La prossima si doveva andare ad affrontare l’Atalanta U23, in quella che sarebbe stata una trasferta molto insidiosa, perché i nerazzurri sono tutto meno che una squadra giovanile, ma hanno elementi esperti che hanno già disputato diversi campionati di serie C, in giro per lo stivale. Sembra che il calcio italiano non possa fare a meno di queste squadre e che il futuro sia quasi affidato a loro per far crescere il movimento, poi ecco che invece bisogna rinviare la partita, perché c’è la sosta delle nazionali che non riguarda gli atalantini italiani, ma quelli stranieri parcheggiati in C per fare business, non certamente per le sorti della nostra nazionale.

Ultima notazione: spero di non vedere più il Sig. D’Eusanio di Faenza (Ndr. purtroppo speranza vana). 

BRUNO GASPERUTTI     

Triestina-Pro Vercelli 2-0, Gasperutti: "Vittoria meritata ma troppa fatica"

La Triestina costretta ad emigrare sul neutro di Fontanafredda, vince ancora e meritatamente, ma quanta fatica ragazzi! La sensazione è stata che forse non c'era bisogno di portare la gara fino alle battute finali, ma si poteva anche chiuderla prima o non concedere tanto spazio ai vercellesi, ma come già detto dopo la prima partita, la Triestina è ancora un cantiere aperto, sta certamente migliorando, ma non è ancora la squadra che potrebbe essere. Rispetto alla gara interna con il Trento si sono visti in più, D'Urso, Vallocchia e Finotto e non è poco, ma sembra che giochi senza mai forzare l'andatura, in surplace, tanto la superiorità individuale alla fine ha “quasi” sempre ragione. Andata in vantaggio si è accontentata di giocare a sprazzi, ispirata a centrocampo da due giocatori che in questa categoria sembra siano capitati per caso, come D'Urso e Correia. Quando s'accendono i due sono proprio un bel vedere, sembrano padroni di fare quello che vogliono e nel primo tampo hanno dominato a centrocampo, prendendosi la scena. Nella ripresa sono purtroppo calati e con loro anche qualche altro compagno e la Pro Vercelli ha preso campo, senza fare cose trascendentali, ma tenendo in apprensione il tifoso, perchè il risultato era purtuttavia in bilico e qualcosa poteva sempre succedere. La Pro è sembrata una squadra come ce ne sono tante in serie C, difesa arcigna, buona a centrocampo, attacco spuntato con alcune individualità piuttosto interessanti, come per esempio quel Maggio che palla al piede puntava sempre la porta e che in pratica, è stato l'unico a provarci. Per il resto dei piemontesi abbiamo visto i primi 5' spigliati, dove hanno cercato di sorprendere gli alabardati e dove al 2' hanno avuto l'unica opportunità della partita per segnare, ma Condello trovato defilato sul secondo palo e ahinoi lasciato colpevolmente troppo solo da Anzolin, ha colpito sporco, mettendo il pallone tra le braccia di Matosevic. Poi i bianchi si sono visti solo nella ripresa, quando hanno avuto l'inerzia della gara in mano, qualche iniziativa del vivace Maggio come detto, ma poco altro e qualche tiro da distanze stratosferiche che è sfilato ai lati della porta. La Triestina quando si accendeva era tutt'altra cosa, dava sempre l'impressione di poter far male, sia nel primo tempo quando ha dominato, ma anche nella ripresa quando riusciva a imbastire qualche bel contropiede. Tutte le occasioni viste al Tognon sono state di marca alabardata, ma sempre per un motivo o per un altro, non riusciva a concretizzare e di occasioni o meglio dire di opportunità per segnare, questa sera gli alabardati ne hanno messe in fila parecchie. Era da tanto tempo che non si vedeva una Triestina così pimpante e a tratti anche bella; poco impegnata in difesa dalla spuntata Pro, ha dovuto solo preoccuparsi di qualche spunto isolato o del tiraccio della domenica, ma era sabato! A centrocampo detto dei due registi Correia più arretrato e D'Urso con più licenze offensive, abbiamo visto un Germano in crescita, sempre utile e presente, un Vallocchia moto perpetuo onnipresente, che nella ripresa ovviamente ha dovuto rifiatare e d'altra parte siamo ad inizio stagione e non potrebbe essere diversamente. Pierobon subentrato nella ripresa, è stato utilizzato proprio nel periodo in cui la squadra ha arretrato il raggio d'azione aspettando i vercellesi e ha giocato più di contenimento, ma ha fatto anche vedere alcune belle sgroppate e un paio di imbucate che potevano essere meglio finalizzate. In attacco Redan ha corso in ogni zona del fronte offensivo, ha il grande merito di esser stato prontissimo nel deviare in rete il tiro-cross di Lescano, ma a me è piaciuto perchè è stato sempre attento a non farsi anticipare e a rigiocare i palloni sporchi che arrivavano dalle sue parti. Lescano è attaccante vero, vede di più la porta ed è letale sottorete, ha sprecato qualche buona opportunità e in qualche occasione è stato bravissimo il portiere ad impedirgli il gol, come al 35' quando ha girato in porta un'invenzione di Correia che lo aveva liberato quasi sul dischetto. Nella ripresa mi è sembrato calare fisicamente e non riusciva più a far salire la squadra, ma nei pressi dell'area di rigore, sa sempre essere il pericolo numero uno per qualsiasi difesa. Finotto è entrato bene, come era entrato anche bene con l'Albinoleffe; fisicamente prestante sa giocare, è veloce, utilissimo nel legare il gioco, ma ora lo aspettiamo anche come finalizzatore. Solo uno scampolo per El Azrak ma un gol bellissimo con un tiro velenoso rasoterra che ha baciato il palo, un gol meritato che doveva arrivare prima per quanto visto sul campo, ma che ha coronato una bella e convincente prestazione di tutta la squadra. Ora due trasferte e una o forse anche due (visto l'andazzo) partite in campo neutro, aspettiamo la riprova di quanto visto, questa squadra ha ottime potenzialità, deve forse ancora imparare a gestire meglio la partita, nelle sue varie fasi palleggiando e rallentando o accelerando la manovra, ma quando saliranno di condizione i suoi uomini di maggior classe, ne vedremo delle belle. BRUNO GASPERUTTI

Triestina-Renate 1-3, Gasperutti: "Triestina-Renate 1-3, Gasperutti: "Squadra lenta, confusa, timorosa e con una difesa imbarazzante"

La Triestina non c’è più, si è dissolta come neve al sole e ha subito la terza sconfitta consecutiva, senza attenuanti.

La partita con il Renate mi ha lasciato veramente sconcertato, ma è possibile che quella bella squadra che mi aveva fatto sognare e che pur con qualche lacuna che reputavo risolvibile, ritenevo in grado di lottare per il primo posto fino alla fine, sia quella scesa in campo contro il Renate?

Io ho l’abitudine di annotare sul mio notes le impressioni che via via la gara mi fa provare e non mi limito mai a giudicare in base al risultato o agli ultimi 10’. Ebbene sono andato a rileggere quello che avevo appuntato tra alcuni cenni di cronaca spicciola: ottimo inizio della Triestina che gioca palla con velocità e precisione…. finalmente calcia da fuori area…. Lescano non mi convince come punta unica centrale. Tra queste considerazioni, le conclusioni a rete pericolosissime di Redan e di El Azrak con ottime parate del portiere e la splendida rete di Anzolin. Giocava veramente bene la squadra, era sciolta e tutti si muovevano in sincronia, poi….. ecco che al 16’ gli ospiti passano la metàcampo per la prima volta, mettono in mezzo un cross senza troppe velleità ma che mette in grosso affanno la difesa e tra le belle statuine alabardate, spunta la zampata finale di Sorrentino ed è l’1 a 1.

Penso: incidente di percorso; la difesa è sempre quella e non sarà migliorata oggi; ma il Renate è ora in fiducia. La Triestina perde la lucidità, le distanze tra i reparti e tra gli interpreti e invece di continuare a giocare palla a terra come in precedenza, cerca gli attaccanti con palloni alti; gli esterni che, palla a terra sono intraprendenti, vengono sopraffatti, mentre Lescano non la prende mai con il ben strutturato Alcibiade che con i suoi compagni di reparto domina sui palloni alti. La partita ora è decisamente cambiata e la Triestina non avrà più la forza di riprenderla in mano fino alla fine.

Ora voglio invece fare una analisi su un aspetto che a mio avviso è sconcertante, ma che denota chiaramente tutte le difficoltà che la squadra incontra, che fino ad un certo punto del campionato c’era sempre, ma che il gioco e l’intraprendenza della squadra non aveva evidenziato come ora.

Lo voglio fare con dei dati oggettivi che sono cronaca e non opinioni, quindi difficilmente confutabili: 16’ cross dalla sinistra, difesa imbarazzante, tutti fermi piantati a terra, un rimpallo e Sorrentino sottomisura segna. 33’ cross e Currarino al volo alza sopra alla traversa, palla gol. 38’ cross di D’Orsi, tiro al volo di Sorrentino e parata di Matosevic. 55’ cross sul quale arriva Sorrentino sottomisura che anticipa tutti e manca il gol. 63’ cross sul quale ancora Sorrentino di testa anticipa tutti e sfiora il palo, Matosevic non l’avrebbe mai presa. 86’ cross basso dalla sinistra e Paudice anticipa le belle statuine e da due metri segna il 2 a 1. 95’ cross ma direi palla buttata in area perché la partita era finita e tra Anzolin e Matosevic che si guardano, si inserisce incredibilmente Sorrentino, che non è Lautaro o Gerd Muller e di gol in 24 gare ne aveva fatti solo 5, che suggella la sua ottima prestazione, segnando il 3 a 1 finale.

Chi ne ha la possibilità e ha registrato la partita può tranquillamente andarsi a rivedere tutti questi episodi, li ho elencati minuto per minuto e sono state tutte delle palle gol. Con questa Triestina basta buttare il pallone in mezzo e qualcosa succede sempre.

Ora inutile fare tanti discorsi su tattiche, uomini, allenatori, campi di gioco e proprietà, se oggi come oggi, basta buttare il pallone in mezzo per segnare alla Triestina, ma di cosa vogliamo parlare, abbiamo la solidità di una casa di cartapesta che se viene investita da un uragano, crolla miseramente. Poi possiamo anche parlare della squadra e di quant’altro ha detto la partita.

A parte i primi 16’ quando mi era veramente piaciuta, l’ho vista poi molto confusa, senza idee e attanagliata dal timore di sbagliare, che si affidava a qualche iniziativa personale dei suoi uomini di maggior tecnica, come D’Urso, Redan e El Azrak che però sbagliavano troppo perdendo anche loro fiducia. Celeghin e Fofana in mezzo non giocavano più il pallone con lucidità, ma anche perché i loro compagni erano tutti bloccati e aspettavano sempre il pallone da fermi sul piede, non facendo nessun movimento a dettare il passaggio. Pavlev partiva sempre palla al piede, lodevole intraprendenza, ma dalla sua parte D’Orsi imperversava e la maggior parte dei cross, sempre pericolosi, sono poi arrivati dal suo piede.

Poi c’è il caso Lescano che non è più il cecchino infallibile (o quasi) visto in autunno; qualcuno dice che anche negli anni passati andava a periodi, può essere perché i cannonieri vivono di momenti di esaltazione, alternati ad altri in cui non te ne va bene una. Contro i lombardi l’ho visto mancare un gol da zero metri a porta vuota, alzando sopra la traversa dopo una splendida azione El Azrak-Celeghin, l’arbitro ha poi fischiato il fuorigioco, ma resta l’errore. Mia opinione ma posso anche sbagliarmi, è che renda meglio con un compagno accanto e anche in alabardato le sue migliori prestazioni ci sono state quando Redan gli giocava accanto, facendo movimento andando in profondità e creando spazi. Lui non è, tanto per fare un esempio un Granoche o più semplicemente un Mbakogu, che può giocare anche da solo a fare da riferimento avanzato per tutta la squadra, anche con il Renate è sembrato un corpo avulso, soverchiato dai difensori che lo accerchiavano, ma lui non viene mai cercato negli spazi in verticale e viene poco coinvolto nella manovra a terra, anzi i palloni che gli arrivano sono sempre alti e ingiocabili e non mi sembra che siano il metodo migliore per esaltare le sue caratteristiche.

Comunque la Triestina è involuta, ha perso lucidità e brillantezza, corre individualmente non da squadra, la palla gira lenta e prevedibile, il ritmo è blando e vengono sbagliati troppi passaggi. Detto tutto questo, come possiamo pensare di svoltare la stagione, se non ci sarà una completa inversione di rotta, oggi non proprio viste? Forse è stato bravissimo Tesser che ha mascherato per tanto tempo le deficienze della rosa dando l’illusione alla piazza, ma mi ci metto anch’io in prima fila, che pensava di avere una corazzata e invece era semplicemente un cargo?

Ora il compito di Bordin è veramente difficile, come giocatore lo ricordo uno di carattere, duro e concreto, come allenatore confesso di conoscerlo poco, ma spero che le sue caratteristiche di giocatore emergano anche in panchina e riesca a rimettere in rotta, una barca ora in balia del vento.

BRUNO GASPERUTTI  

Triestina-Sangiuliano 0-0, Gasperutti: "Unione dallo spirito amichevole, modulo e uomini da cambiare". Video

  • Video: https://www.youtube.com/watch?v=1PzKHAlSjJk
  • Commento al video: Visibilmente deluso dall'atteggiamento della Triestina in questa finale d'andata del play-out contro il Sangiuliano. Bruno Gasperutti è preoccupato per la gara di ritorno, quella che deciderà quale squadra verrà retrocessa in serie D.

Visibilmente deluso dall'atteggiamento della Triestina in questa finale d'andata del play-out contro il Sangiuliano.